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Celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo da Vinci.

L’algoritmo celato nell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci

Il Polo museale della Sardegna entra a far parte delle celebrazioni dei 500 anni della morte di Leonardo da Vinci con un programma inedito e dai risvolti inaspettabili.

Si tratta di una strada lunga, a tratti persino “spinosa” e contorta che, dalla Sardegna, dai retabli pittorici sardo-iberici approda, come talvolta capita nelle ricerche “per puro caso”, al disegno dell’Uomo Vitruviano di Leonardo svelandone la vera funzione “finalistica”.

Di Leonardo da Vinci non risultano rapporti con la Sardegna, mentre è più probabile una sua conoscenza di artisti catalani o di influenza iberica e fiamminga, condizione comune ad altri grandi artisti rinascimentali.

Tuttavia, non si tratta di ricercare affinità stilistiche, artistiche o altro, tra le opere d’arte della Sardegna e Leonardo, bensì di illustrare come uno studio lontano, non solo geograficamente, abbia consentito di approdare al disegno di Leonardo e di “aprire” alla conoscenza il vero e unico significato dello stesso disegno.

È stato un lungo studio, sulla metrica compositiva dei retabli sardo-catalani, che ha dimostrato l’esistenza di un algoritmo, ritrovato anche nelle opere d’arte e architettoniche realizzate in età comprese tra il IV ed il XVIII secolo.

Una serie di semplici operazioni aritmetiche che consentivano, agli artisti, di ripartire gli spazi della rappresentazione pittorica e architettonica, una regola dalle funzioni più complesse, il cui impiego si è protratto per quindici secoli.

Si tratta di un vero e proprio linguaggio di scrittura dell’arte, espresso nella forma della matematica diagrammatica, che può essere per la prima volta dimostrato, in quanto si manifesta con regole ripetibili, leggibili e non liberamente interpretabili utilizzando la matematica, per Cartesio, metodo universale per trattare di “tutte le cose”.

Lo stesso algoritmo, si è palesato nascosto nel disegno dell’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, consentendo di sciogliere alcuni arcani irrisolti, come le doppie gambe e braccia, e molto altro, in un crescendo di risultati che configurano, la rigorosa ricerca, in una scoperta definibile “eclatante”.

La ricerca, condotta dallo storico dell’arte e museologo Roberto Concas, svela l’originaria funzione del disegno di Leonardo, che si è dimostrato essere stato elaborato da Leonardo come un “sommo inganno” durato 520 anni.

Il disegno, in realtà, si è dimostrato uno “strumento”, cripto-enigmistico, utilizzato da Leonardo per trasmettere, celatamente, le regole della Divina Proporzione, definita come “una scienza segretissima” dal frate matematico, Luca Pacioli.

Luca Pacioli, Ritratto di Jacopo de’ Barbari, 1495

Da qui l’inganno dell’uomo vitruviano, previsto da Leonardo, come una soglia “insuperabile” di appagamento della conoscenza, nel quale tutti siamo incorsi nella convinzione di poter “più semplicemente” accedere alla cultura dei classici, dei canoni di bellezza, dell’uomo rivisitato nel pensiero rinascimentale.

Roberto Concas, il Polo Museale della Sardegna, con l’intervento di importanti studiosi di Leonardo, di Luca Pacioli, del Rinascimento, illustrerà il contesto più ampio della ricerca, iniziando dai retabli pittorici sardo-iberici, passando per la soluzione dell’algoritmo, l’operare di Leonardo, lo stesso disegno dell’uomo vitruviano e infine, solo dopo aver completato l’informazione preliminare, a dicembre 2019, affronterà il tema delle antichissime regole della Divina Proporzione.

In un crescendo interpretativo e di tensione, verrà data soluzione matematica, alla figura dell’uomo dalle proporzioni “perfette”, alle forme del cerchio e al quadrato irregolari, alla scala di misura disegnata ai piedi dell’homo da circulum et ad quadratum, sino ad approdare al tema saliente e finalistico della Divina Proporzione.

Citando Policleto si tratta di un percorso dove il bello sorge a poco a poco da grandi numeri.

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