I tesori segreti della Sardegna
Il museo
La Sardegna, la regione d’Italia più famosa per le bellezze naturalistiche, custodisce anche un prezioso patrimonio storico-artistico testimonianze di una storia millenaria.
La Sardegna è forse la regione d’Italia più famosa per le bellezze naturalistiche: la sua natura selvaggia ed incontaminata vanta ancora oggi un ecosistema naturale e quasi intatto in vaste aree. La Regione custodisce anche un prezioso patrimonio storico-artistico e, su tutto il territorio, sono disseminate le testimonianze di una civiltà che si è sviluppata nell’isola a partire dal II millennio.
Gli scavi in diverse zone della Sardegna hanno riportato alla luce siti antichissimi e sin allora sconosciuti: nel Comune di Sassari l’Altare prenuragico di Monte d’Accodi, testimonia la presenza di un insediamento neolitico sin dalla seconda metà del V secolo e la successiva costruzione di un’area di culto megalitica.
Fra il 1950 e il 1957, l’archeologo Giovanni Lilliu intraprese una serie di campagne di scavi nel territorio di Barumini riportando alla luce un intero villaggio nuragico: “Su Nuraxi”. Il sito, uno dei più grandi ed importanti dell’età nuragica in Sardegna, rivestì un ruolo strategico all’interno del sistema territoriale di cui facevano parte un’altra trentina di nuraghi che compaiono del territorio di Barumini ed è stato riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1997.
La civiltà nuragica fu presente in Sardegna fino ad epoca Romana e sono diverse le tracce lasciate sul territorio: le sculture di Mont’e Prama, enigmatiche statue in arenaria rinvenute nella Sardegna Occidentale, sono custodite oggi all’interno delle sale del Museo archeologico nazionale di Cagliari insieme ad una collezione significativa di reperti bronzei dello stesso periodo. Fedeli ricostruzioni della fonte sacra di Oliena e del tempietto nuragico di Villanova Strisaili sono invece conservati nel Museo archeologico nazionale Giorgio Asproni, a Nuoro.
L’arrivo dei Romani nell’Isola e la successiva dominazione per circa sette secoli lasciò sul territorio una profonda impronta culturale: la città di Porto Torres ospita il Museo archeologico nazionale Antiquarium Turritano e conserva le rovine di Turris Libisonis, l’unico porto del nord-ovest della Sardegna che aveva stabilito rapporti diretti con Ostia. La città comprendeva acquedotti e terme, di cui sono visibili le tracce nell’area archeologica e si espandeva fino al Riu Mannu, dove ancora oggi rimane l’originario ed antico ponte romano.
Gli intensi scambi commerciali e culturali con Roma introdussero il culto del Cristianesimo: la Basilica di San Saturnino, la più antica chiesa di Cagliari, venne edificata per il decapitato martire diventato patrono della città.
Come era avvenuto con l’arrivo dei Romani, l’arrivo degli catalano-aragonesi è osteggiato con una lunga resistenza ma dal 1400 divengono il punto di riferimento politico-amministrativo e culturale per la Sardegna: i numerosi Retabli della Pinacoteca nazionale di Cagliari testimoniano l’influenza artistica iberica che caratterizzò le arti locali fino alla fine del Seicento.
L’isola di Caprera, nella costa nord-orientale della Sardegna, fu la terra dove Giuseppe Garibaldi scelse di vivere gli ultimi 25 anni della sua vita all’insegna di una vita semplice e spartana: il Museo nazionale Memoriale Giuseppe Garibaldi e il Compendio Garibaldino rendono omaggio all’Eroe dei due Mondi e ne conservano le spoglie.
I capolavori dei Maestri della pittura Sarda – Giuseppe Biasi e Filippo Figari – ed una ricca sezione di grafica sono presenti nella Pinacoteca nazionale di Sassari e, nella stessa città, il Museo nazionale archeologico ed etnografico “Giovanni Antonio Sanna” documenta con una delle collezioni più antiche presente in Sardegnavicende archeologiche, usi, costumi e tradizioni dell’Isola. Tessuti, arredi, gioielli, abiti disposti secondo aree geografiche contribuiscono a completare il profilo di una terra millenaria.