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Fermata San Saturnino: Arte e arredi perduti della Basilica di San Saturnino

Sabato 25 ottobre alle 11.00 la Basilica di San Saturnino ospiterà la nona conferenza del ciclo di incontri “Fermata San Saturnino”. Ospiti dell’evento saranno gli studiosi Alessandra Pasolini e Mauro Salis, che discuteranno sul tema Arte e arredi perduti della Basilica di San Saturnino. Alessandra Pasolini porrà l’accento su “Arredi perduti e ritrovati”, Mauro Salis su “Iconografie e devozioni”.

Nelle diverse fasi della sua vita millenaria la Basilica ha conosciuto alterne vicende di frequentazione e di abbandono, che si ripercuotono sulle opere d’arte che la ornavano, documentate in carte d’archivio e foto d’epoca.

Le fonti del Seicento descrivono la chiesa ancora decorata da un’immagine di Cristo nella cupola e con le pareti riccamente rivestite di marmi e diaspri, poi riutilizzati nell’abbellimento della cattedrale e del santuario dei Martiri.

Dopo gli scavi seicenteschi alla ricerca dei “corpi santi” e il rinvenimento delle reliquie del martire, assistiamo alla fondazione di confraternite laicali e alla commissione di retabli pittorici, altari lignei o marmorei, statue lignee, dipinti su tela e argenti.

Il 30 ottobre di ogni anno la festa di San Saturnino, patrono massimo della città e della diocesi di Cagliari, era celebrata con tridui o novene e da una processione solenne, accompagnata da torce accese e seguita da un torneo cavalleresco e altre attività ludiche che coinvolgevano nobili cavalieri e tutta la cittadinanza.

Fra gli antichi arredi della basilica trasferiti, dispersi o perduti, si focalizzerà l’attenzione sul simulacro ligneo del Santo Cristo, che fin dal ‘500 veniva portato fino al mare e immerso nell’acqua per impetrare la pioggia, oggi conservato a Fonni.

 Un discorso a parte merita l’importante Pala di San Saturno, opera di Francesco Pinna (1545-1616), le cui tavole -salvate dalla regina Maria Teresa d’Austria e fatte restaurare dal canonico Spano- si trovano a Ploaghe.

Si rifletterà sull’iconografia del martire cagliaritano, elaborata dagli scultori sulla base del racconto agiografico della Passio e sulla scorta di immagini devozionali, commissionate dall’arcivescovo Desquivel ai pittori coinvolti nell’illustrazione della cronaca degli scavi.