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Area archeologica di Nora

Pula

ORARI DI APERTURA:

 

lunedì: 9.00 – 20.00

martedì: 9.00 – 20.00

mercoledì: 9.00 – 20.00

giovedì: 9.00 – 20.00

venerdì: 9.00 – 20.00

sabato: 9.00 –20.00

domenica: 9.00 – 20.00

 

BIGLIETTO:

intero 8,00 euro

ridotto ragazzi 6-17 anni 4.50 euro

ridotto universitari 6,00 euro

ridotto crocieristi 6,00 euro

ridotto scolaresche 4,00 euro 

ridotto gruppi oltre 20 persone 6,50 euro

 

La città di Nora è uno dei siti archeologici più noti e importanti della Sardegna. Centro di fondazione fenicia, e successivamente città punica e romana, è oggetto, dalla fine dell’Ottocento ad oggi, di scavi archeologici e ricerche di estremo interesse.

La Storia

La frequentazione fenicia del promontorio del Capo di Pula ha inizio nell’VIII secolo a.C., epoca a cui risale anche la nota stele di Nora, recante un’iscrizione in caratteri fenici in cui appare per la prima volta il nome della Sardegna. Il centro abitato stabile si sviluppa probabilmente solo a partire dal VI secolo a.C. con l’arrivo dei Cartaginesi. Dal 238 a.C., e dal 227 a.C., con l’istituzione ufficiale della provincia, la Sardegna passa sotto il controllo dei Romani mantendo evidenti fenomeni di continuità culturale.

Con l’assunzione del titolo di municipium, Nora si dota delle strutture tipiche della città romana, come ad esempio il foro, il teatro e gli edifici termali. Nel 455 d.C. i Vandali occupano l’isola sino alla conquista bizantina; in questa fase alcune strutture perdono la loro funzione e vengono riutilizzate per attività diverse da quelle originarie, come ad esempio il teatro. Le ultime frequentazioni risalgono all’VIII secolo d.C.

I primi scavi nell’area archeologica risalgono alla fine dell’Ottocento, quando, dopo una forte mareggiata, riemerge un reperto degno di attenzione,  il tophet. A partire dagli anni 1891-92, l’archeologo Filippo Nissardi indaga le necropoli puniche e nei primi del Novecento viene messo in luce un lembo della necropoli romana. Nel corso degli anni Cinquanta l’area urbana è indagata sistematicamente da Gennaro Pesce e conosce poi ulteriori ma sporadici interventi durante gli anni Settanta e Ottanta.

Dal 1990 le ricerche sul sito riprendono in maniera costante fino ad oggi grazie al lavoro delle Università di Cagliari, Genova, Milano e Padova.