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Area archeologica di Tharros

Cabras

Dal 5 agosto 2022 il sito è in gestione alla Fondazione Mont’e Prama.

Per conoscere gli orari di visita e le tariffe d’ingresso, consultare il sito web: https://www.tharros.sardegna.it/info-e-prenotazioni/tariffe-dingresso/

L’area archeologica di Tharros, inserita nel suggestivo contesto paesaggistico della Penisola del Sinis, è costituita dai resti della città prima fenicia, poi cartaginese e infine romana. È uno dei siti archeologici più importanti della Sardegna. I materiali rinvenuti negli scavi sono oggi esposti nei musei archeologici di Cabras, Cagliari, Torino e Londra.

La Storia

La fondazione della città, in un’area già frequentata in età nuragica, si deve ai Fenici nel VII sec. a.C., nell’ambito del più generale processo di colonizzazione del Mediterraneo. Non si conosce bene il piccolo abitato originario, ma sono meglio note le due necropoli. Ai margini settentrionali della città viene impiantato il tofet, santuario destinato alla sepoltura dei bambini morti in tenera età.

Nella seconda metà del VI sec. a. C. la politica espansionistica di Cartagine porta la Sardegna a diventare una provincia dell’impero punico. Sotto Cartagine avviene una monumentalizzazione della città, con la costruzione di numerosi edifici che in parte ancora si conservano sotto quelli di età successiva.

In età punica viene innalzata l’imponente cinta fortificata che chiude la città da possibili attacchi da terra e mare, e viene impiantato un vasto quartiere artigianale specializzato nella lavorazione del ferro, nonché alcuni importati luoghi di culti tra cui il cosiddetto tempio delle semicolonne doriche.

Caratteristiche dell’età punica sono anche le tombe a camera, da cui provengono la maggior parte degli oggetti esposti nei musei, tra cui i famosi gioielli e amuleti.

Con la conquista romana della Sardegna nel 238 a. C. diversi monumenti pubblici, tra cui alcuni edifici di culto come il cosiddetto tempietto K, fondono elementi architettonici e cultuali punici con altri di cultura italica.

La risistemazione delle strade secondo un progetto ortogonale conforma la città agli standard urbanistici in uso in età romana e in età imperiale viene realizzata la pavimentazione in basalto delle strade e un sistema fognario. L’acquedotto rifornisce di acqua la città, arrivando ad un grande deposito chiamato castellum aquae e da qui convogliata verso le varie fontane e impianti termali.

Le necropoli romane sono maggiori rispetto a quelle puniche e comprendono diverse tipologie tombali sia ad inumazione che ad incinerazione.

La città decade in età bizantina e viene utilizzata come cava di materiale edilizio per tutto il medioevo e fino al 1800, quando iniziano i primi scavi sistematici.

Indirizzo

Loc. San Giovanni di Sinis, Cabras (OR)
09072 Cabras

Proprietà

Ente MiBACT

Tipologia

area-archeologica

Informazioni

drm-sar@cultura.gov.it